Santa Maria Primerana

La chiesa di Santa Maria Primerana è uno dei monumenti più in vista e tuttavia meno conosciuti di Fiesole. E’ molto visibile perché spicca in posizione rilevata nella piazza principale di Fiesole, Piazza Mino, e si trova proprio accanto a Palazzo Pretorio, l’attuale sede municipale.

Notevole anche il colpo d’occhio: non solo domina la pizza principale, infatti, ma presenta sulla facciata una inconfondibile soluzione architettonica che salta subito all’occhio: il suo portico a loggia sorretto da due colonne di ordine ionico, che poggia su una piattaforma rialzata cui si accede salendo alcuni gradini.

Nonostante sia poco conosciuta sia ai turisti che anche agli abitanti della zona, si tratta di uno degli edifici religiosi più antichi della zona: è ricordata infatti sin da prima dell’anno 1000, precisamente dal 966 d.C.. Il ritrovamento nell’area adiacente di sepolture di epoca longobarda fa tuttavia presumere che l’edificio sia ancora più antico e sia stato ricostruito su una precedente basilica paleo-cristiana. La collocazione rialzata sul podio collocato nella zona che coincideva nell’antichità con il Foro Romano da supporre che il sito possa essere stato costruito addirittura riutilizzando fondazioni di epoca romana (forse di un precedente tempio pagano). In ogni caso, Santa Maria Primerana rappresenta di sicuro una delle chiese più antiche del contado fiesolano.

Ampliata in epoca medioevale, la facciata fu interamente ricostruita alla fine del Cinquecento secondo i canoni dell’estetica manierista allora in voga. Importanti interventi successivi riguardano l’altare maggiore, costruito alla metà del ‘700 su disegno di Bernardino Ciurini ed il porticato, che, nonostante riprenda motici architettonici dell’originario stile romanico della chiesa, risale in realtà al 1801.

L’interno della chiesa, costituito da un’unica aula che termina in un transetto, conserva alcune pregevoli opere d’arte, fra le quali il grande crocifisso ligneo dipinto attribuito a Bonaccorso di Cino, artista di scuola giottesca, le pareti affrescate da Niccolò di Pietro Gerini (attualmente piuttosto sbiadite), una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia e due bassorilievi marmorei di Francesco da Sangallo.